Ricordo molte cose. Molti episodi della mia vita. Gli odori,
i sapori, le sensazioni. Ricordo il caldo delle estati passate nelle nostre
case sul mare, i piedi nudi insensibili al calore dei gradini, della sabbia,
dei nostri scogli. Ricordo i graffi, le ferite, i tagli, le croste, le
cicatrici, le risate, le corse, i nostri occhi da bambini, che
inconsapevolmente ci legavano per la vita. Ricordo il freddo di New York, a
distanza di anni, gli stessi occhi, un’altra pelle. Un filo sottile,
invisibile, che c’è, si percepisce, si fa sentire. Ricordate anche voi tutto
quello che c’è stato, le persone che abbiamo condiviso e perso, le parole che
ci confessavamo. La mia prima sigaretta – ricordo anche quella. Adesso la
spiaggia, sempre la stessa, cambiata di poco. Le nostre case vuote, svuotate di
quello che siamo, che eravamo da bambini. Eppure ancora sanno parlarmi di noi,
ci seguono, ci ascoltano da lontano. Questa è la condivisione. Essere insieme
anche quando non lo si è, anche dopo 20 anni, con un plettro, un braccialetto,
una parola, un sorriso, un abbraccio. Questa è l’amicizia vera, che dura una
vita, che ti ricorda che qualcosa di bello esiste sempre, che vale la pena di tornare
bambini ancora una volta, senza preoccuparsi di sporcarsi le mani, di affondare
i piedi nella sabbia, di scoprirsi per ciò che si è realmente. L’amicizia che
ti aiuta a riflettere, che sa chi sei e che ti permette di spezzare un blocco
dello scrittore durato mesi. Anche per quello oggi canto. Per voi che sapete
chi sono. Per i ricordi che mi legano a voi.
Grazie.
Grazie.
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